Praticare yoga (nella sua forma moderna prevalentemente posturale attraverso cui viene praticato e insegnato da un secolo a a questa parte) non ha niente che fare con la ricerca narcisistica della performance, la ricerca della posizione perfetta; con lo spingere il proprio corpo oltre i suoi limiti ricorrendo a formule di movimento caratterizzate da quel dinamismo violento che oltre a produrre spesso infortuni non ha altro effetto che allontanare, ritardare e compromettere quel processo trasformativo, interno e poi esterno, tanto ricercato.
PRATICARE YOGA È PRATICARE ASCOLTO.
La ricerca accademica compiuta in ambito universitario riconosciuto e specializzato è la fonte primaria e fondamentale di informazioni a cui sia insegnante cosciente che praticante curioso dovrebbero fare riferimento per chiarire e approfondire la pratica e lo studio dello yoga in tutti i suoi aspetti tradizionali, premoderni e moderni e tutto ciò che è in connessione con quest’ultima al fine di saper riconoscere i confini tra innovazione e tradizione.
Insegnare yoga (nella sua forma moderna prevalentemente posturale attraverso cui viene praticato e insegnato da diversi decenni a questa parte) non ha niente che fare con promettere grandi guarigioni fisiche, mentali o “spirituali”; con insegnare competizione attraverso la ricerca atletica di posizioni perfette da mostrare all’esterno; con il promuovere scelte di vita privative che siano di carattere etico/morale, alimentare o altro; con il diffondere messaggi intrisi di pseudo orientalismo religioso, magia, spiritualità new age o altro materiale elusivo e confusionale senza alcuna reale corrispondenza storiografica; con il proporre se stesso come insegnante onnisciente colmo di tuttologia, ego e superbia.
INSEGNARE YOGA È INSEGNARE CURIOSITÀ.
Il rispetto dei reali contesti storico-filosofici e delle profonde motivazioni antropologiche da cui deriva tutta la fenomenologia yogica è un atto dovuto da parte di ogni praticante e insegnante dotato di capacità critica pertanto essi dovrebbero avere il buon senso di astenersi dall’usare impropriamente il termine “tradizionale” riferendosi alla propria pratica o al proprio insegnamento a meno che non si appartenga realmente ad un lignaggio scolastico indiano specifico e specialmente quando la pratica è condotta nella sua applicazione tipicamente moderna.
Il Corpo quindi, soggetto e oggetto della pratica moderna, va sempre rispettato nella sua capacità di esprimersi attraverso movimenti naturali e primordiali, i soli che rappresentano la nostra origine animale. Promuovere una cultura fisica del movimento umano oltre il territorio anatomico del naturale che gli appartiene significa non riconoscere le origini da cui proveniamo, le uniche in cui può essere ricercato il vero benessere.
Enrico De Luca
fondatore Zoé Animal Yoga®

ZOÉ ANIMAL YOGA®
SCUOLA DI FORMAZIONE INTERNAZIONALE
YOGA
NATURAL MOVEMENT

